FRANCESCO RUSSO
WINEMAKER

About me
Dopo aver frequentato gli studi di Enologia e Viticoltura a Catania, nel 1990 entro nel mondo dell'enologia come responsabile tecnico nell'Azienda Vinicola di famiglia, fondata da mio nonno Francesco insieme a mio padre Vincenzo nel 1955. Ho maturato esperienze lavorative non solo all'interno dell'azienda di famiglia, ma ho collaborato anche con alcune aziende vitivinicole dell'agrigentino, del siracusano e del palermitano, ed alla produzione di alcuni vini biologici dell'Etna.

- Iscritto all'Albo degli Enologi Enotecnici Italiani n°4014
- Assaggiatore ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) n°33206.
- Ex Tutor aziendale per laureandi in Enologia in collaborazione con l'Università di Pisa.
- Ex Libero Docente presso l'Istituto Professionale per l'Agricoltura di Bronte nei corsi di Enologia e Viticoltura
- Analisi di laboratorio


Con oltre 30 anni di esperienza diretta sui vini dell'Etna, ho maturato una grande esperienza sui vini, sperimentando diverse tecniche di macerazione e fermentazione sui vini rossi e bianchi di montagna ottenuti da Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarratto, dando seguito al brand di famiglia "Rampante"Etna DOC . Dal 2010 ho iniziato a produrre uno spumante Brut Rosè Metodo Classico "Mon Pit", ottenuto da uve autoctone dell'Etna Nerello Mascalese e dal 2011 il Metodo Classico Brut Blanc de Blancs "Mon Pit", ottenuto da uve autoctone dell'Etna Carricante e nel 2015 il "Mon Pit" Moscato Brut Metodo Classico, uno Chardonnay metodo classico brut, un Pinot Noir rosè brut metodo classico e un Nerello Mascalese blanc de noir Etna DOC brut metodo classico.

Nel 1996 il prestigioso premio nazionale "Oscar Douja D'Or" di Asti fu assegnato per la prima volta in Sicilia all'Etna DOC Rosso "Rampante 1993" , quando ancora i vini dell'Etna erano poco conosciuti.
Oggi con la nuova azienda Cantine Russo srl, di cui sono il proprietario insieme a mia sorella Gina e mio padre Vincenzo, i vini dell'Etna vengono apprezzati e commercializzati non solo in Italia ma anche e soprattutto all'estero come USA, Australia, Giappone, Cina, e parte del nord Europa.

Nella vita privata sono sposato con Tiziana e sono padre di Simone. Nel tempo libero amo il trekking in montagna e grazie a questo ho realizzato un progetto sulla biodiversità delle piante spontanee siciliane, realizzando e catalogando oltre 3000 foto, scattate durante le mie escursioni e visibili su questo sito. La cosa più difficile è stata quella di determinare le specie e catalogarle in base alla classificazione ufficiale (Famiglia,Genere,Specie e Sottospecie) ma la cosa più bella è stata sicuramente conoscere la natura vera, i boschi, i laghi ed il panorama e la biodiversità che in Sicilia sono un vero patrimonio.
Oltre al settore enologico, mi occupo anche di birrificazione e mi sono specializzato nella produzione di birre ad alta fermentazione con metodo classico, di orzo e frumento in stile American Weiss. In progetto anche una Black Stout. Stay tuned!
Mi piace anche smanettare sul web e sono il webmaster del sito cantinerusso.eu, mi occupo della realizzazione, gestione e mantenimento di alcuni siti web: dall'hosting alla configurazione del server, al design delle pagine web, dalla gestione dei contenuti al monitoraggio quotidiano delle attività sul sito tramite web analytics e strumenti di diagnostica web. Sono anche un cultore di cryptovalute, cryptotrading, e di blockchain.
Ultima ma non meno importante è la mia passione per le auto da corsa e le elaborazioni. Un passato da pilota Gentlemen Driver, con diverse gare in alcune piste siciliane come Pergusa e Racalmuto, oltre ad un primo posto nella classifica assoluta e primo di categoria, al Gran Premio di Taormina Hillclimb slalom, nel lontano 2007. Passione mai sopita anche se ormai poco praticata.

Il mio laboratorio di analisi
Reviews
  • Recensione
    di
    Gabrilla Cicero

    Duomo, Ragusa
    ETICHETTA ITALIANA: Mon Pit blanc de blanc 2015 Cantine Russo. Presenta un colore giallo intenso, con bollicine fini e persistenti, all'olfatto si sente la crosta di pane tipica dei lieviti, una nota mielata, profumi di arancia, pompelmo, ananas e frutta candita che già fanno salivare. È un vino franco, pulito, fine ed elegante. In bocca la freschezza acidula è contrastata dalla consistenza e dal corpo: è ricco di estratto, ha una buona struttura e conserva il calore. Il dolciastro dell'avvio progressivamente scompare e resta in fondo una nota amarognola che si potrebbe associare alla mandorla. Possiamo concludere che il profumo è più intenso rispetto al gusto.
    Gabriella Cicero
  • Recensione
    d
    i Giulio Fanton


    Cantine Russo: Mon Pit, Spumante Brut Metodo Classico VSQ 2015. Alcol: 12,5%.

    Da uve carricante e catarratto. Affinamento sui lieviti per almeno 20 mesi.
    Giallo paglierino con riflessi dorati. Brillante. Bollicina sottile. Profumo intenso e fine di fiori bianchi, leggero sentore di crosta di pane, frutta tropicale e macchia mediterranea. Attacco in bocca deciso e avvolgente. Sapido, fieno note burrose. Finale piacevolmente ammandorlato.

    Cantine Russo: Rampante, Etna Bianco DOP 2018. Alcol: 12,5%.

    Da uve carricante 70% e catarratto 30%. Matura 12 mesi in acciaio e affina 6 mesi in bottiglia.
    Giallo paglierino con riflessi dorati, ha un profumo intenso e piacevole di ginestra, pompelmo e frutta tropicale, pietra bagnata. Fresco, sapido, di corpo medio e persistente.
    AIS Veneto
  • Recensione
    di
    Vittorio Ferla

    Dall'Etna, il Mon Pit spumante Metodo Classico

    Realizzato con uve Carricante e Cataratto, questo spumante è ricavato da vigne poste a quota 670 metri, in contrada Crasà, sull'Etna, in provincia di Catania, vicino alla cantina, con fermentazione a temperatura di 16-18°. I lieviti per la fermentazione sono acclimatati in una miscela particolare di zucchero di canna, acqua e vino per formare il pied de cuve che servirà per la fermentazione della massa. Sosta sulle fecce per tre anni, 12,5 gradi, vendemmia 2011 (sboccatura 2013).

    Dotata di terreni minerali, l'Etna è una zona fortemente vocata per lo spumante grazie ad uve molto ricche di acidità. Lo spumante qui si è affermato abbastanza di recente. E tuttavia il primo a farlo fu, due secoli fa, il barone e agronomo Spitaleri. Questi non si limitò a produrre i primi Pinot nero d'Italia (la cui base fornì la formula del primo Etna rosso) premiati alla fine dell'800 in diverse capitali europee, ma fu, appunto, tra i primi produttori di champagne d'Italia, con lo "Champagne Etna".

    Il Mon Pit, spumante Metodo Classico (in tal caso Blanc de Blancs), prende il nome dalla cenere precipitata nel terreno di vendemmia e proveniente da un piccolo cratere a depressione che si era formato nel versante sud. Questi crateri vengono appellati Pit Craters. Così, il produttore lo chiamò, appunto, "il mio Pit".

    Presenta un colore giallo intenso, le bollicine sono fini e persistenti, all'olfatto si sente la crosta di pane tipica dei lieviti, una nota mielata, profumi di arancia, pompelmo, ananas e frutta candita che già fanno salivare. Questo vino è franco, pulito, fine ed elegante. In bocca la freschezza acidula è contrastata dalla consistenza e dal corpo: è un vino ricco di estratto, ha una buona struttura e conserva il calore. Il dolciastro dell'avvio progressivamente scompare e resta in fondo una nota amarognola che si potrebbe associare alla mandorla. Possiamo concludere che il profumo è più intenso rispetto al gusto.

    Funziona bene come aperitivo. Consigliabile anche per accompagnare tutto il pasto se abbinato, in particolare, a prodotti "grassi" come pesce, crostacei e formaggi.

    Vittorio Ferla
  • Recensione
    di Gianni Paternò


    Francesco ama dedicarsi allo spumante Metodo Classico facendo un Rosé ed un Blanc de Blancs che descriviamo. La prima vendemmia per il vino base nel 2010 quando arrivò fin nella zona la cenere proveniente da un piccolo cratere a depressione che si era formato nel versante sud. Questi crateri vengono appellati Pit Craters per cui a Francesco venne spontaneo chiamare quel vino atto a divenire spumante "il mio Pit" donde il più elegante Mon Pit. Il vino è ricavato dalle vigne a quota 670 metri, in contrada Crasà, vicino alla cantina, con fermentazione a temperatura di 16-18°. Particolare cura è prestata ai lieviti per la fermentazione che necessitano di un attento acclimatamento in una miscela particolare di zucchero di canna, acqua e vino per formare il cosidetto pied de cuve che servirà per la fermentazione della massa.
    La sosta sui lieviti dura da 24 a 36 mesi e dopo il dégorgement nonchè l'aggiunta della liqueur d'expedition altri 2 anni di riposo per cui l'ultimo millesimo in commercio è il 2011. Il residuo zuccherino è poco più di 6 grammi quindi quasi coincidente al limite inferiore del brut.
    Versato nella flûte il colore è paglierino allegro, il perlage molto fine e persistente. All'olfatto è leggermente floreale con note di fiori d'arancio e gelsomino a cui si affiancano crosta di pane e mandorla tostata. E' fine, elegante, intrigante. Al palato la carbonatica continua ad essere fine da spumante di classe; non dà l'impressione di essere tanto secco e avvolge la bocca con una buona struttura, un rotondo equilibrio, confermandosi di fascino e lasciando il palato leggermente e piacevolmente mandorlato. Uno spumante interessante. Mi corre di aggiungere che anche a distanza di 2 giorni dopo l'apertura della bottiglia lo spumante si è mantenuto frizzante, cosa non facile.

    Si apprezza come aperitivo o a tutto pasto e particolarmente consigliato con i crostacei. 5.000 esemplari che in enoteca trovate a 25 euro.
    Giovanni Paternò
  • Recensione
    di Maria Antonietta Pioppo


    Quando si parla di "bollicine di montagna" non si può non citare l'Etna e in particolare un vino che è frutto di una ricerca approfondita e sul tema. È il Mon Pit Blanc de Blancs Brut 2014 delle Cantine Russo, azienda storica di Solicchiata, frazione di Castiglione di Sicilia di proprietà dell'omonima famiglia. Anima dell'azienda e grande promotrice è la vulcanica Gina Russo che racconta in giro per il mondo non solo i suoi vini ma tutto il territorio etneo. Dietro le quinte, il lavoro enologico del fratello Francesco che in tempi non sospetti ha capito le potenzialità di questo territorio oggi tanto apprezzato in tutto il mondo.

    Il Mon Pit Blanc de Blancs Brut, è un metodo classico da uve Carricante (80per cento) e per la restante parte da Catarratto. Il nome deriva dal piccolo cratere formatosi nel versante sud, denominato Pit Crater e da qui il nome Mon Pit, ovvero "Il mio Pit". I vigneti di provenienza, di poco distanti dalla cantina, in contrada Crasà, si trovano a 670 metri di altitudine. La sosta sui lieviti dura dai ventiquattro ai trentasei mesi e poi sono necessari altri due anni di affinamento in bottiglia.

    All'analisi visiva si presenta di colore giallo paglierino brillante, un perlage fine e persistente. All'olfatto è complesso intenso e fragrante, tre parametri che rispettano la tipologia. Tra i profumi riconoscibili la classica crosta di pane, sentori floreali e qualche nota di frutta secca, mandorla in particolare. Da non sottovalutare la mineralità e la sua spalla acida che al palato si traducono in freschezza persistente e in una sapidità che chiude l'assaggio in maniera elegante con un ritorno gradevolissimo di mandorla.

    È uno spumante che si abbina a diversi momenti della giornata, da un aperitivo a bordo piscina a piatti a base di pesce come la ricetta proposta questa settimana, dallo chef Elia Russo del ristorante del resort Villa Neri, Le dodici fontane di Linguaglossa. È la sfoglia di calamaro e pepe Sichuan, insalata di frutta e verdura marinata all'aceto di frutta di riso, crema di sedano rapa e spugna d'asparago. La tendenza dolce di questo piatto è bilanciata e contrastata dalla freschezza del vino, mentre la bollicina ripulisce il palato da quel minimo di grassezza e succulenza indotta dal mix degli altri ingredienti.

    IL VINO

    Il Mon Pit Blanc de Blancs Brut 2014 delle cantine Russo è un metodo classico da uve Carricante (80 per cento) e per la restante parte da Catarratto Colore giallo paglierino brillante un perlage fine e persistente. All'olfatto è complesso e intenso

    Maria Antonietta Pioppo
  • Recensione
    di Ciccio Sultano Chef

    Sono passati più di sessant'anni dal 1955, quando Vincenzo Russo, a diciassette anni, insieme a suo padre Francesco, crearono la loro prima etichetta, battezzandola Vino di Solicchiata, dal nome del paese sull'Etna. Era l'inizio di una storia che prosegue senza soluzione di continuità con Gina e Francesco, enologo dell'azienda.
    Storia di famiglia che, a guardar bene, è molto, molto più antica, perché il padre di Vincenzo, il bisnonno, lavorava nel vino già nel 1860.
    «Oggi, insieme ai rossi e ai bianchi, sono gli spumanti MonPit brut rosè e Mon Pit blanc de blancs, nati nel 2010 e ottenuti rispettivamente da uve Nerello mascalese in purezza e da uve Carricante e Catarratto – spiega Gina Russo – a tenere stretto passato, presente e futuro di questa azienda che anche nella scelta dell'enologo vuole contare sulle risorse del territorio, su un marcato spirito identitario e autoctono».
    «Mi piace il Mon Pit brut rosè – sottolinea Ciccio Sultano – per l'intensità fuori dal comune e la mineralità. Il Blanc de blancs si distingue, a sua volta, per la piacevolezza e una grande sensazione di freschezza».
    «Fare vino sull'Etna – aggiunge, infine, Gina Russo – richiede uno sforzo di comprensione e una vera e propria identificazione nella storia di questa terra. E per fare bene bisogna puntare tutto, ma proprio tutto sulla qualità come nel caso degli spumanti di cui incrementeremo la produzione fino a raggiungere le 40.000 bottiglie».

    Ciccio Sultano
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Francesco Russso

c/o Cantine Russo, Via Corvo sn (SP64), 95012 Solicchiata
Castiglione di Sicilia (CT), ITALY
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